Avevo solo voglia di un foglio bianco.
Di scrivere.
Dicono che scrivere curi l’anima. Chiuda qualche ferita. Dia voce a quelle sensazioni che si nascondono e spesso non vediamo, non consideriamo, non sentiamo.
Sentivo il bisogno di scrivere. Per me, per nessuno.
(Okay, note to self: carta e penna è meglio).
Gli ultimi giorni a Bristol.
E perché ogni anno ci devo scrivere un trattato?
Dopo tre anni (5 in realtà) di avanti e indietro ancora sento il bisogno di scrivere, esternare, mettere nero su bianco, questi gironi frenetici e confusi.
Forse per provare a fare chiarezza, con me, dentro di me. E fuori.
È che alla fine arriva sempre quel mal di pancia (eccolo l’ho chiamato) presuntuoso a dirmi “guarda che non sei così tranquilla come credi” e quindi io ci casco, e inizia il flusso di pensieri e di momenti.
Quest’anno siamo stati davvero poco a Bristol. ottobre, metà novembre e dicembre. Siamo stati bene, ma abbiamo anche capito molte cose.
Tante fini e nuovi inizi.
Abbiamo capito che il tempo di avere altri inquilini è finito, se torneremo qui sarà solo per qualche settimana perché non abbiamo un posto dove stare (e qui dove siamo ora vorremmo considerarlo solo un appoggio). È finito il tempo del dividere la cucina, le mensole, gli sportelli, il divano. Vogliamo indipendenza, da ora in poi.
Abbiamo capito che siamo stufi di fare lavoretti a caso durante l’inverno. Non ci appagano, non ci danno niente, non impariamo niente e di conseguenza ci annoiamo e vorremo essere altrove. Semmai vorremo trovare un’attività redditizia ma al tempo stesso eccitante, o per lo meno non così noiosa e inutile… è vero bisogna pagare l’affitto, ma è comunque tempo impiegato che se ne va e non tornerà più! Quindi tanto vale provare ad impiegarlo meglio.
Insomma, abbiamo capito che di perder tempo non ne abbiamo più voglia, vogliamo vivere per noi stessi, come ci pare e piace, dodici mesi l’anno.
Forse un anno in più sulle spalle a qualcosa è servito in fondo.
Guardandomi indietro devo dire che lasciamo Bristol con un bel pacco, uno zaino ricco. Quest’anno non passerà inosservato, grazie all’anno passato che ci ha insegnato tanto.
Non vogliamo ripetere gli stessi errori.
Sarà sempre una vita di avanti e indietro, di movimenti, valigie, zaini e spostamenti. Ma per lo meno saremo consapevoli, avremo una meta, un cammino da seguire.
E non ci guarderemo mai indietro con amarezza o nostalgia.
Che poi è quello che tutti vorremmo, il fine ultimo no?
Avere uno scopo che ci guidi, una forza che ci faccia alzare dal letto la mattina e ci porti esattamente dove dovremmo essere. Il famoso ikigai giapponese.
Okay non dico di averlo trovato magicamente in questi tre mesi a Bristol. Ma dico che sono consapevole di voler vivere secondo la mia volontà.
Sapendo che quello che mi aspetterà davanti sarà sempre più entusiasmante del passato.
E come ci sono finita a fare un monologo di incoraggiamento per me stessa?
Ecco perché sentivo di voler scrivere, perché tira fuori queste cose. Quelle cose in fondo ai cassetti che non usi da mesi e ti sei scordata di avere. Quei pensieri scomodi, che non hai voglia di sgrovigliare. Scrivere fa venire a galla tante cose e le sistema, le mette in ordine.
E se anche tu sei uno di questi, nomadi, viaggiatori, una trottola senza fine, fatti coraggio.
Va bene così, stiamo bene così, noi. A vivere nell’incertezza. E quando stai per partire e ti viene quel mal di pancia, saprai che va tutto bene, che deve andare proprio così. prendi carta e penna e inizia a scrivere qualsiasi cosa ti passi per la mente, poi le parole verranno da sole. E i pensieri si metteranno in ordine e avranno un senso (forse). Ma va bene così.
Va tutto bene.