Cosa mi hanno insegnato 5 anni di vita da nomade.

A pochi giorni dal mio prossimo anniversario di vita da nomade, ho iniziato a pensare a cosa questo stile di vita mi ha insegnato, a cosa mi porterò sempre con me.

Ecco 7 lezioni di vita che ho imparato in questi anni da nomade.

1) Abbiamo energie, diffondiamo energie e ne attraiamo altre.vita da nomade

Studiando il buddismo ho imparato che siamo tutti interconnessi, che quello che faccio io si amplifica nel resto del mondo e quindi in qualche modo mi torna indietro.

L’ho poi provato sulla mia pelle nella mia vita da nomade.

Come? Restando positiva, sempre. E questa positività mi si è riversata sotto forma di fortuna.

Ogni anno ci ritrovavamo a cercare casa in qualche città nel Regno Unito, e per chi ci è passato sa benissimo che non è un’impresa da poco.

Sia Bristol che Edimburgo sono città frequentatissime, il mercato immobiliare si muove veloce e trovare un posto dove stare -a cifre abbordabili- non è facile.

Io uso diverse fonti per cercare casa: gruppi Facebook, siti di affitto stanze e passaparola. Faccio quello che posso e poi mi affido al destino, ho fiducia, so che un posto lo troveremo, non mi avvilisco.

Ogni anno ci è andata alla grande! Ti racconto questo episodio che a me ancora oggi lascia senza parole e mi riempie il cuore di gratitudine.

Nel settembre del 2022 siamo passati da Bristol per qualche giorno, per salutare gli amici prima di partire per Edimburgo per l’inverno, dove ci aspettava un appartamento trovato in precedenza su un gruppo Facebook. In quei giorni siamo stati ospiti da un’amica. A pochi giorni dalla partenza non avevamo ancora ricevuto la conferma del giorno in cui saremmo potuti entrare in casa. Il tempo stringeva, iniziavamo ad essere preoccupati, non volevamo stare troppo tempo a Bristol.

Una sera, alla festa di compleanno di una mia amica, incontriamo un ragazzo e iniziamo a parlare. Gli raccontiamo di noi e della nostra storia e lui rimane strabiliato! Gli diciamo poi che, a causa di imprevisti, avremmo dovuto passare un pò più del previsto a Bristol ma non avevamo un posto dove stare. Lui non ci pensa due volte: con un sorriso enorme e sincero ci offre il suo appartamento.Foto di Aaron Blanco Tejedor Io e Jamie eravamo increduli, e lui ci spiega che sarebbe partito il giorno  dopo per l’Argentina e sarebbe tornato solo il mese successivo. Non scherzava, ci eravamo conosciuti solo poche ore prima e questo straniero ci stava offrendo il suo appartamento per quanto ne avremmo avuto bisogno. Io non credevo alle mie orecchie. Mi ricordo solo il suo sorriso e le sue parole “what comes around goes around“, quello che fai ti torna indietro.

Se fai il bene, il bene ti ritorna.

E così io e Jamie abbiamo potuto aspettare tranquilli la partenza per Edimburgo.

2) Meno hai meglio stai.

Spostandoci due volte all’anno, significa che due volte all’anno dobbiamo impacchettare la nostra vita e partire. Questo impacchettare richiede non poco tempo e ancor più energie. Spesso ci vuole un’intera settimana per sistemare tutto e pensa che la maggior parte delle volte viviamo solo in una stanza!!!

Più cose abbiamo più ci mettiamo e più paghiamo per portarcele dietro.

Negli anni mi sono abituata a vivere con poco e a non comprare tante cose perchè il primo pensiero è “poi me lo devo portare dietro”.

Immagine di Nick Fewings

Vivendo da nomade, ogni cosa che possiedi diventa “un’altra cosa”, che ha un peso e occupa uno spazio. Quindi meno cose abbiamo meglio stiamo.

Nel mondo occidentale, così fortemente consumista, è un concetto difficile da concepire, ma noi viviamo e lavoriamo per possedere cose!

Io ho avuto la fortuna di capire quanto molte di queste “cose” siano futili.

L’ho capito subito, durante il mio primo inverno fuori casa.

No non è vero, i miei primi inverni fuori casa li ho vissuti all’università, ma li ancora non comprendevo il peso di tutte le cose che possedevo, ancora mi “servivano”.

L’ho capito quando sono andata a Bristol con la mia valigia rosa.

Foto di Harry Kessell

 

Prima di partire, quando la riempivo, avevo dovuto scegliere solo alcune cose dal mio armadio: un pò di vestiti per tutti i giorni, qualcosa per uscire, e qualcosa per fare sport.

Durante le prime settimane la valigia non l’ho nemmeno svuotata dato che ero in ostello e non c’era spazio. La aprivo, cercavo cosa mi serviva senza fare troppa confusione e poi la richiudevo. Rimettevo gli stessi vestiti più volte dato che non era così semplice lavare i panni, spesso la lavatrice era occupata.

Poi finalmente ho trovato casa e ho svuotato la valigia!!! Avevo un armadio dove potevo finalmente vedere tutti vestiti che avevo e potevo sceglierli. Ma mi sono resa conto in fretta di non aver portato tanto, d’altronde una valigia non poteva contenere molto. Ma la cosa non mi scocciava, anzi! La scelta limitata mi faceva perdere meno tempo rispetto a quando stavo a Rimini e così piano piano ho iniziato ad apprezzare il mio piccolo armadio. Quando sono tornata a casa in estate e mi sono ritrovata davanti a tutto quello che avevo lasciato indietro, ero quasi scioccata. Come potevo avere tanto? E soprattutto cosa mi facevo di tutti quei vestiti???

Vivere con poco mi aveva fatto capire che in fondo, è di poco che abbiamo bisogno.

E soprattutto, quando è ora di impacchettare la tua vita e partire, sicuramente impiegherai meno tempo ed energie!

3) Il mondo è grande, vario, non possiamo rimanere solo nel nostro piccolo paese di origine.

Per quanto sia bello essere attaccati alle nostre radici, alla nostra famiglia e alla nostra nicchia, altrettanto bello è lasciare il porto ed esplorare mari sconosciuti.

TailandiaHo iniziato ad assaporare questa voglia di esplorare prima di partire per Bristol, iniziando a fare viaggi brevi o lunghi, da sola o in compagnia. E così ho capito che non siamo fatti per rimanere nello stesso posto, abbiamo gambe per muoverci, non radici. Ed ora più che mai con la mia vita da nomade posso apprezzare e comprendere questo concetto a pieno.

Una vacanza può accendere curiosità,  un viaggio può aprirti gli occhi e la mente, vivere in posti diversi ti cambia completamente, crea resilienza e fonda uno spirito di adattabilità indistruttibile.

E’ una sensazione inspiegabile quella che provo ogni volta che atterro in un posto diverso sapendo di andare incontro ad una nuova avventura: la paura dell’ignoto e allo stesso tempo la curiosità, l’adrenalina e allo stesso tempo la nostalgia. Mi armo di pazienza, perchè so che nel giro di poche settimane potrò chiamare anche quel posto “casa”.

4) La mamma aveva ragione

Eh si, devo ammetterlo.

Quante volte ci capita di alzare gli occhi al cielo all’ennesima raccomandazione o all’ennesimo consiglio non richiesto?

“Così prendi freddo!”

“Portati l’ombrello che viene a piovere.”

“Quella compagnia non va bene per te…”

“Quel ragazzo è un poco di buono!”

Poi magari crescendo, ti sarà capitato di pensare “Cavolo aveva ragione…“.

Ecco, ti posso assicurare che dopo cinque anni di vita da nomade, mi è successo molto spesso!

Vivere lontano dalla famiglia ti porta ad essere ancora un pò più matura di come saresti a casa perchè la mamma e il babbo non sono a portata di mano. Si sono a una chiamata di distanza, ma non è la stessa cosa.

E’ un pò come se uscendo dalla tua bolla sicura, vedessi tutto con più chiarezza. E’ come se dovessi rimboccarti le maniche un pò di più.

E allora i noiosissimi consigli della mamma tornano utili.

5) Avere amici in ogni parte del mondo è meraviglioso

Non è facile dover dire addio così spesso.

Anzi, a dire la verità fa schifo.

Ma le amicizie che crei durante la tua vita da nomade sono speciali.

Perchè sai che sono amicizie vere, forti, che vanno al di là delle abitudini, delle occasioni. Sono amicizie che ti sostengono in momenti che nessun altro potrebbe capire, sono amicizie che capiscono cosa significhi sentirsi solo, incompreso, vuoto, sbagliato.

EtiopiaAvere amici in più parti del mondo è un dono così prezioso che si apprezza delicatamente, anno dopo anno, visita dopo visita, compleanno dopo compleanno, viaggio dopo viaggio.

Avere amici in più parti del mondo significa che hai sempre una scusa per viaggiare per andare a trovare qualcuno, significa che avrai un letto in cui dormire in svariati posti.

Avere amici in più parti del mondo significa che avrai tanti posti che potrai chiamare casa…

Ti devo dire questo, una delle cose più belle che mi sia capitato di sentire è un amico che si trasferisce altrove, e ti dice: “Sappi che ora hai una casa anche qui.

6) Possiamo avere più di una casa.

Casa non è solo quel luogo fisico di cui possiedi le chiavi.

E l’ho scoperto vivendo la mia vita da nomade.

Casa per me era Rimini, o forse addirittura Rivabella. La mia famiglia, il mio cane, le mie strade, i miei amici.

Poi sono stata un mese in Tailandia e non sarei più tornata.

Poi mi sono trasferita a Bristol e dopo qualche settimana casa era la mia stanza in quel piccolo appartamento condiviso.

Poi sono tornata a casa, ma qualcosa non tornava, non era più come prima, non ero come prima.

Poi sono andata a vivere con Jamie e i suoi coinquilini e quella era la mia casa.

Poi ci siamo trasferiti in un appartamentino a Rivabella e ora in estate quella è casa.

Poi siamo andati ad Edimburgo, e ora, anche quella è casa.

Casa può essere tanti posti, persone, luoghi, odori.

Qualsiasi cosa ti faccia sentire accolto.

Ora, casa non so più dove sia. Casa, è ovunque io voglia.

 

7) Devi imparare a contare su te stessosolitudine

Vivendo da nomade cambio spesso strade e compagnie.

Non conosco il vicino di casa, il quartiere, il panettiere.

Ogni volta ricomincio da capo, come un libro, giri pagina e inizia un nuovo capitolo.

Le relazioni cambiano, gli amici sono lontani, si affrontano momenti bui.

Allora accade una cosa: nasce una relazione più forte con te stesso. Perchè tu sei l’unico punto fermo in questo caos.

Ricordo la prima volta che presi l’influenza a Bristol, quando ancora non conoscevo bene la mia coinquilina. Avevo venticinque anni ed era la prima volta che vivevo lontana da casa per così tanto tempo. La prima cosa che ho pensato è stata: “Mi dovrò fare la minestrina da sola…”

E così, una minestrina dopo l’altra, sono diventata autonoma, ho imparato a fidarmi dei miei istinti e a conoscere i miei limiti e le mie capacità.

So per certo che se fossi rimasta vicino a casa, non mi sarei mai conosciuta così a fondo, non mi sarei mai voluta così tanto bene.

 

 

 

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