Il ritorno

8 aprile 2026,

Rimini.

Finalmente questo pomeriggio me lo sono preso per me.

Dato che non sto nemmeno tanto bene non sono andata a lavorare in gelateria e sono salita da mia sorella, che non era in casa, per avere spazio e tempo per me.

Da quando siamo tornati dal viaggio siamo stati presi da un turbinio di cose ed emozioni, come sempre, e anche giustamente aggiungo. Ho voglia di stare con la mia famiglia, raccontare, ascoltare, farmi coccolare, mangiare cose buone, vedere gli amici… non abbiamo un minuto libero, davvero! Ora è passata una settimana e inizio a sentire il bisogno di rallentare e staccarmi.

Fare qualcosa per me, scrivere, leggere, bere un caffè (vorrei fare yoga ma proprio non ho le forze).

Ed eccomi qui alla tastiera con l’obiettivo di mettere giù due mesi di viaggio.

Non so bene come, quindi mi butto e basta.

 

Due mesi in viaggio con lo zaino in spallathailandia

Il giorno prima di partire ero emozionata e un pò spaventata, non capivo il perchè. Cosa ti sta succedendo Arianna, il viaggio che stavi aspettando finalmente è alle porte! La sera, prima di addormentarmi avevo quella sensazione che ho sempre prima di partire, un mix di emozioni. Fa sempre un pò male lasciare la famiglia, specialmente ora che vivo molti mesi lontana da casa.

Il grande giorno arriva, gli zaini sono pronti, noi pure, andiamo in stazione e da lì inizia il Viaggio: Rimini Milano, Milano Malpensa Muscat, Muscat Bangkok.

 

Partiamo per la Tailandia.

Dopo qualcosa come ventordicimila ore, atterriamo a Bangkok, mettiamo il naso fuori dall’aeroporto, ed eccolo li, quell’odore che non avevo scordato.

Il profumo della Tailandia… umidità, fiori, smog, un mix inconfondibile che mi fa spuntare un sorriso. Siamo in Tailandia e sono felice.

Il primo impatto è sempre piuttosto brutale: il caldo, il traffico, il sentirsi diversi… E si, eravamo la minoranza, e all’inizio non è facile. Saltiamo sul nostro Grab e ci porta davanti alla Guest House che avevo prenotato.

E’ tutto come me lo ricordavo! I motorini, le strade sempre affollate, lo street food, i templi, i profumi, i colori… Siamo distrutti e obiettivamente l’orologio segna le 8 di mattina, ma non sappiamo bene che ore siano per i nostri corpi! Ma è meglio abituarsi subito al nuovo fuso orario, quindi forza e coraggio, usciamo!

Non andiamo lontani, ci ispira il banchetto di street food che abbiamo davanti alla guest house (o forse non abbiamo voglia di incamminarci per le caotiche strade di Bangkok senza aver messo qualcosa nello stomaco). Ci avviciniamo un pò titubanti, il ragazzo ci accoglie sorridendo e ci indica un tavolo. Okay, agli ordini! Dopo pochi minuti arriva una ciotola di zuppa fumante con elementi galleggianti non identificati, del riso, e un bicchiere con del te e ghiaccio. Primo lezione di sopravvivenza: mai bere ghiaccio dalla provenienza ignota!

Tè a parte, la zuppa era buonissima, infatti anche nei prossimi giorni torneremo qui spesso.

Se continuo così scrivo un libro =)

Il punto è che non si può riassumere la Tailandia.

Il suo spirito gentile, la sua leggerezza, il cibo delizioso, la frutta profumata, i fiori di frangipane, i motorini ovunque, i templi meravigliosi, la natura rigogliosa, le montagne, le tribù, i cani randagi, la giungla, i galli che cantano, le galline che scorrazzano per le strade…

Come si fa a riassumere tutto questo?

Io so solo che non appena ho toccato terra, non appena ho respirato, mi sono sentita a casa. Mi sono sentita arrivata. La Tailandia ti abbraccia e ti accoglie, ti culla e ti nutre. La Tailandia e i tailandesi ti sorridono e tu non puoi fare a meno di sorridergli indietro.

Questa era la mia seconda volta nella terra del sorriso, e mi sono innamorata ancora di più.

So che ci tornerò.

 

Poi è la volta del Vietnam.

Rifacciamo gli zaini, questa volta però devono passare i controlli quindi ci vuole un pò più di impegno. Ci dirigiamo in aeroporto e salutiamo la nostra cara Tailandia con un pò di tristezza nel cuore, sappiamo già che ci mancherà.

Atterriamo in Vietnam, ad Hanoi.

Ormai siamo esperti di trasporti e risparmio, così studiamo la cartina della città e capiamo quale bus dobbiamo prendere per arrivare in ostello.

E il viaggio può iniziare: schiacciati come sulla metro delle 5 a Londra affrontiamo un viaggio in autobus a dir poco esilarante! Tra turisti emozionati (e sudati) zaini accatastati alla meno peggio su una pila altissima e un’autista effervescente, arriviamo sani e salvi a destinazione.

Il Vietnam si presenta subito senza filtri: nebbia, pioggia, cielo grigio e un traffico impazzito che Bangkok spostati! Ancora non lo sapevamo, ma questa è la realtà di tutte le città di questo paese: il traffico è assolutamente incomprensibile per i non Vietnamiti! Quando ci dicevano che per attraversare devi solo buttarti e pregare perché nessuno si fermerà mai, non scherzavano neanche un pò! Nessuno si ferma per farti passare nemmeno se sei sulle strisce pedonali. Il semaforo è molto poco rispettato, non ci si può affidare nemmeno a quello! Tu vai, loro ti evitano. Proprio così. Se starai abbastanza tempo in Vietnam, ti abituerai ad attraversare la strada senza aspettare, ma facendoti rispettare tra uno zig zag e l’altro.

Abbiamo viaggiato in Vietnam per un mese, da nord a sud, visitando città, musei, coffe shops e piantagioni di caffè.

Il Vietnam è stato ricco.

Abbiamo trascorso una settimana insieme a degli amici, abbiamo viaggiato tanto, riposato in un villaggio di pescatori per riprenderci dal caos delle città, visitato musei e scoperto la storia di questo fantastico paese, bevuto tanto caffè, scoperto la loro bellissima cultura. Ci siamo davvero affezionati al Vietnam, ai loro noodles in brodo e i panini per strada, il caffè nerissimo e i tavolini bassi, il traffico dalle regole sconosciute ai più e i clacson costanti (ah si, per dirti che arrivano suonano il clacson, sempre e comunque), le gite, le escursioni, i prati verde smeraldo e la pioggia fitta, i pullman notturni da incubo e la gente disponibile, gentile e sorridente. Ah però, cercano di fregarti costantemente. La mia opinione è che non sono ancora abituati al turismo di massa (come in Tailandia ad esempio) e per loro persona bianca significa “soldi”. Qui trattare è d’obbligo se non vuoi ritrovarti a pagare una bottiglia di acqua 3 euro!!!

Ma se ti abitui a questi piccoli dettagli, il Vietnam sarà fantastico, indimenticabile.

 

Trascorso un mese era tempo di lasciare anche questo Paese e partire per l’ultima destinazione:

filippine
Filippine

Le Filippine.

Purtroppo da due settimane previste abbiamo dovuto tagliare a una per questioni lavorative.

Qui devo fare una premessa che riguarda la scelta dell’isola su cui andare.

Le Filippine erano la destinazione finale, per il mare, le immersioni e un pò di relax prima di tornare in Italia per la stagione estiva.

Inizialmente il piano era (molto banalmente) Palawan, escursioni in barca e forse un’altra isola da decidere.

Ma per questioni economiche e logistiche abbiamo cambiato i piani: ho aperto la mappa e cercato l’isola più vicina a Manila. Trovo Mindoro, mai sentita nominare. Inizio a studiare.

Isola migliore per le immersioni, bellissima barriera corallina, isola prescelta dagli scuba divers.

Okay, diamole una possibilità.

Arriviamo al nostro hotel letteralmente sulla spiaggia. Un pò vecchio, non tenuto bene, il prezzo non giustificava le apparenze.

Va bene, domani ne riparliamo

L’indomani ci svegliamo e conosciamo la proprietaria durante la colazione. E’ filippina ma parla italiano molto bene! Così iniziamo a chiacchierare e ci svela un mondo: quest’isola è un piccolo paradiso ormai abbandonato dai turisti. Un tempo brillava ed era meta prediletta dagli occidentali, hotel e ristoranti sempre pieni, tantissima gente in giro per le strade. Poi qualcosa è cambiato, non si sa bene cosa, ma da dopo la pandemia, Mindoro non si è più ripresa.

Scopriamo che qui vivono tantissimi italiani (tutti di una certa età!), anche il carissimo signore che ci ha noleggiato il motorino era italiano e ci ha offerto un caffè espresso, due chiacchiere, e tanti consigli!

Così, a bordo del nostro scooter partiamo alla scoperta dell’isola e mi bastano poche centinaia di metri per innamorarmi: l’oceano alla nostra destra, palme a perdita d’occhio alla sinistra, una strada davanti a noi, il sole, il vento. Tutto ciò che mi serve per stare bene.

Trascorriamo i giorni così, io faccio immersioni, dove vedo i miei primi pesci tropicali e una tartaruga! Jamie sta in spiaggia e va in una palestra poco raccomandabile, ma con tutto quello che serve. Mangiamo riso e pollo, uno dei pochi piatti che troviamo, pesce fresco, caffè improponibili (e no qui niente speciality!) e scopriamo l’anima di quest’isola, la sua storia e la sua gente. E che te lo dico a fà… Ci siamo innamorati…

Specialmente io, il mio spirito ha trovato pace qui. Ho trovato affinità con la mia anima libera, selvaggia, isolana.

Ho adorato questa settimana a bordo del nostro scooter alla scoperta di Mindoro.

 

Questo viaggio ha solo confermato quello che già sapevo, ma con una consapevolezza in più: io voglio viaggiare, e Jamie può venire con me!!! =D

Grazie per avermi letto. Ti voglio bene.

 

 

 

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